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F’Orti

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Torre Massimiliana
Torre Massimiliana

Fortificazioni

Le fortificazioni veneziane

Durante la Repubblica di Venezia, il sistema difensivo lagunare era costituito da un esiguo numero di fortificazioni poste a controllo delle bocche portuali. I Forti di Sant’Andrea e di San Nicolò all’ingresso del bacino di San Marco e, nella Laguna Sud, i Forti degli Alberoni, di San Pietro, di San Felice, di Brondolo e di San Michele, completati dagli Ottagoni. Praticamente nessuna fortificazione era posta invece in terraferma, ad eccezione del Castello di Mestre, essendo Venezia difesa dalle città dell’entroterra che dal XIV secolo le avevano fatto atto di dedizione.

Dalla caduta della Repubblica nel 1797, prima ad opera degli occupanti francesi e austriaci (fino al 1866) e poi dell’esercito italiano (fino al 1945), si è assistito allo sconvolgimento territoriale e ambientale della Laguna: militarizzata e trasformata in Piazza Forte Marittima a Forti Staccati, fino a raggiungere quasi un centinaio di punti presidiati, con comandi militari dislocati all’Arsenale, a San Giorgio, a Forte Marghera e in ogni convento soppresso dall’editto napoleonico del 1806.

La più grande piazzaforte militare d’Italia assieme al quadrilatero di Verona-Peschiera e la piazzaforte di Roma, con una superficie che arrivò a superare i 580 kmq., distesa sui lidi, sui bacini lagunari e nell’immediato entroterra. Costruita per successivi ampliamenti e potenziamenti, seguendo l’evoluzione delle politiche territoriali e belliche degli stati europei e l’evolversi dele tecniche terrestri, navali e dell’artiglieria.

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Le fortificazioni della bocca di porto di Lido

Fortificazioni della bocca di Porto di Lido

In particolare, nell’Ottocento avvenne il rafforzamento delle difese del Porto di Lido, mediante i Forti di Sant’Andrea, di San Nicolò, di Treporti, e del sistema di Sant’Erasmo (che all’epoca dava ancora sul mare), con la Torre Massimiliana, la Batteria, i Ridotti Nuovo e Vecchio, e la Testa di Ponte collegata, tramite le opere difensive all’imboccatura del Canale di Sant’Erasmo, con il Forte Ex Lazzaretto Nuovo trasformato in polveriera.

Delle diverse strutture, restano oggi l’imponente Torre Massimiliana e la casamatta trilobata del Ridotto Nuovo, mentre sul Ridotto Vecchio e sulla Batteria Sant’Erasmo sorgono torri telemetriche novecentesche, e la Testa di Ponte è stata restaurata come riva e giardino pubblici. Tutt’ora la strada che collega questa riva davanti al Lazzaretto Nuovo con le diverse zone di fortificazione si chiama “Via dei Forti”.

Conservazione, valorizzazione e riuso a fini civili delle fortificazioni lagunari rappresentano uno dei grandi temi per la buona gestione patrimoniale e culturale del territorio veneziano.

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Planimetrie. Ridotto Nuovo di Sant'Erasmo e Testa di Ponte Sant'Erasmo-Lazzaretto Nuovo (collezioni private)

La Torre Massimiliana

Il Forte di Sant’Erasmo, o Forte Massimiliano, più correntemente detto Torre Massimiliana, sulla punta di sud-ovest dell’isola, è un’opera del tutto anomala nel variegato panorama delle fortificazioni veneziane ed è il monumento principale dell’isola.

Costruita dagli Austriaci tra il 1843 e il 1844, sul precedente forte francese del 1811-14, è circondata da un fossato acqueo e da un argine con impianto poligonale irregolare. Con Verona, è uno dei due esempi rimasti in Italia dell’edificio inventato dall’arciduca Massimiliano Giuseppe d’Asburgo-Este; altri esemplari si trovano a Linz. La forma a corona circolare consentiva l’osservazione e il tiro a giro di orizzonte.

Forte è anche il legame con l'isola e la sua popolazione. E’ stata usata militarmente fino alla Seconda Guerra Mondiale, poi come abitazione per sfollati, quindi come magazzino agricolo. Dopo il restauro del 2004, è stata sede dell’Istituzione Parco della Laguna fino alla chiusura dell’Ente nel 2016. Oggi è aperta solo sporadicamente per piccole esposizioni temporanee ed eventi grazie all’impegno degli abitanti.

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La Torre Massimiliana oggi vista da oltre il fossato

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